Welcome to Jamrock - Le gang in Giamaica


Welcome to Jamrock è il titolo di una canzone scritta da Damien Marley, figlio del più famoso Bob Marley.
La canzone parla essenzialmente della sua terra, la Giamaica, la splendida isola dei caraibi famosa per la musica raggae ed il rastafarianesimo, per il mare cristallino e le spiagge al sole, per essere la meta preferita per il turismo sessuale femminile e per la Marijuana, che nonostante sia illegale è ampliamente tollerata dalla popolazione locale che ne fa largo uso.

Eppure la canzone tratta delle tematiche che sono molto lontane da quelli descritte sopra: povertà, violenza e corruzione politica.

Se la povertà accomuna la maggior parte dei paesi situati nei Caraibi, per quanto riguarda la violenza e la corruzione politica la Giamaica sale sicuramente sul gradino più alto del podio, con il tasso di omicidi tra più alti nel mondo, tanto per farvi un' esempio l'Italia con i suoi 60 milioni di abitanti nel 2010 ha fatto registrare 529 omicidi, la Giamaica conta 2,9 milioni di abitanti e nello stesso anno gli omicidi sono stati 1,430.

La Giamaica così come i paesi (relativamente) vicini del America Centrale presenta un territorio con una forte presenza di gang e bande di strade, una presenza quasi intrinseca della società giamaicana.
Ma se nei paesi centro-americani la nascita delle gang è stata principalmente di natura sociale, nella Giamaica è stata di natura politica.

Infatti in passato la Giamaica ha visto attuare al suo interno una strategia definita di "tribalismo politico" da parte degli aspiranti governanti. In pratica i due maggiori partiti, il conservatore Jamaica Labour Party (JLP) e il progressista People’s National Party (PNP), hanno reclutato e armato le gang di strada con compiti quali: organizzare le circoscrizioni locali, distribuire favori politici, far rispettare la fedeltà al partito e ovviamente raccimolare voti. Infatti le gang in Giamaica vengono chiamate "Posse", proprio perchè possedevano, in tutti i sensi, il quartiere/zona che presidiavano.
In questo modo la Giamaica si è trovata con il paese diviso in città/quartieri/zone e con le rivalità tra di esse, che nel caso delle elezioni politiche del 1980 portarono ad un bilancio di 800 vittime per omicidio politico e 20000 persone si videro bruciare la propria casa.

A cavallo degli anni 80 e 90 la Giamaica divenne uno snodo importante per fare arrivare la droga verso gli Stati Uniti e così le gang hanno iniziato ad arricchirsi con il narcotraffico e a rendersi sempre più indipendenti dal mondo politico, incrementando però la violenza nelle strade con inevitabili faide tra gang rivali.
L'immigrazione giamaicana verso gli Stati Uniti e l'Europa ha esportato il fenomeno anche all'estero, in maniera particolare a New York e Londra, dove le "Posse" sono conosciute come "Yardies" e sono molto influenti nella criminalità locale.

Attualmente in Giamaica la situazione è degenerata a tal punto che in alcuni quartieri è una piccola strada sterrata a dividere una zona di presidio di una gang da quella di una rivale con aggressioni e violenza all'ordine del giorno, un servizio del giornalista Pablo Trincia per il programma televisivo "Le Iene" mostra molto da vicino la tensione che si registra nelle periferie delle città giamaicane (per chi volesse vedere un film invece, "Shottas" di Cess Silvera, il cui titolo si riferisce al termine usato nello slang giamaicano per i gangster, narra della ascesa/caduta di due gangster a Kingston).

La Giamaica non risulta, o almeno non in maniera particolare, pericolosa per il turista che vuole visitarla in quanto, come è logico che sia, le zone a maggiore affluenza turistica sono da un lato le più sorvegliate dalle autorità e dall'altro zone che presentano una quasi nulla attività criminale.
E soprattutto, a meno che non si voglia fare un'esperienza particolare piuttosto che vivere emozioni forti, non c'è un motivo in particolare per cui il turista debba trovarsi nelle periferie delle città giamaicane.

La Giamaica è un'isola splendida, che accoglie ogni anno milioni di turisti che restano incantati dal paesaggio e dal modus vivendi della gente del posto.
Anche Damien Marley sarebbe più che d'accordo con questo.

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