Come sopravvivere in prigione


Il sito internet WikiHow è una piattaforma di tipo wiki, ovvero un sito che presenta al suo interno dei contenuti che possono essere creati e modificati da qualsiasi persona abbia a disposizione una periferica connessa al World Wide Web. Se per la più famosa Wikipedia i contenuti rappresentano "una sintesi ordinata della conoscenza umana" (cit. Wikipedia), in WikiHow essi sono delle guide che spiegano come fare una determinata cosa, fisica o astratta che sia.
Ad esempio: una guida spiega come consolare una donna che piange, un'altra come cucinare le cozze e una come praticare lo yoga al computer.

Come al solito non mancano alcuni tutorial non esattamente politically correct, che contengono illustrazioni su come rimuovere una placca anti-taccheggio piuttosto che istruzioni su come violare un computer o rubare una password online.
Tra queste è presente (e sembra anche essere molto popolare) una sorta di manuale delle giovani marmotte che tenta però di spiegare come sopravvivere all'interno di una prigione federale USA. Ovviamente quello che si legge si trova su di un sito internet in cui tutti possono scrivere quello che vogliono e se gli altri tutorial sono da prendere con le pinze, questo dovrebbe essere preso come se fosse all'interno di una sala operatoria piuttosto che in una camera bianca per il recupero di hard disk danneggiati.

La maggior parte dei suggerimenti contenuti all'interno della guida sono i classici consigli che si possono incontrare mentre si sta guardando un film ambientato in una prigione o comunque delle raccomandazioni che potrebbero venire in mente a qualsiasi persona nel caso immaginasse di trovarsi all'interno di un posto in cui almeno la metà delle persone presenti non si farebbe scrupoli nel dimostrargli che la pelle e la carne umana hanno un resistenza bassa contro oggetti appuntiti.
Il primo di questo è senz'altro il tipico don't be a snitch, ovvero non fare la spia. Tuttavia in prigione non vale il principio delle tre scimmie sagge come si potrebbe immaginare, non bisogna parlare del male (specialmente mai con le guardie) come indica il famoso motto giapponese ma però si deve osservare ed ascoltare tutto in quanto potrebbe essere utile nella vita quotidiana dietro le sbarre.
Altre considerazioni che seguono questo filone sono quelle di evitare di fissare le altre persone almeno che non si cerchino volontariamente problemi, evitare di invadere lo spazio altrui e di farsi invadere il proprio spazio, non fidarsi di nessuno che non sia te stesso e di cercare nascondere qualsiasi emozione provata, che rappresentano il maggiore nemico all'interno di un carcere in quanto esponenti delle proprie debolezze, l'antipasto preferito di chi vorrebbe ricevere come portata principale la testa di qualcun'altro.

Diversi consigli invece risultano essere maggiormente sorprendenti.
Alcuni perché sono di natura pragmatica e non di facile immaginazione se non si conoscono da vicino, attraverso esperienze personali, situazioni di questo tipo, altri perché vanno a ribaltare alcune credenze alle quali specialmente il cinema ha abituato i propri spettatori.
Pensando al mondo carcerario in generale una delle prime cose che viene in mente è la piccola quantità di spazio disponibile per ciascun detenuto e di conseguenza la scarsa igiene all'interno di tutta la struttura, considerando anche il fatto che non si tratta di un'albergo ma di un luogo di pena.
Date queste premesse, un consiglio presente (giustamente, si potrebbe aggiungere) è quello di fare, nel caso se ne abbia la disponibilità, un check-up completo a livello fisico ed effettuare la maggior parte degli interventi possibili prima di entrare a scontare la condanna e vaccinarsi per evitare di prendere malattie che in carcere possono risultare anche morte.
Un altro suggerimento lontano dai pensieri comuni sul mondo carcerario è quello di portarsi il maggior numero di soldi consentiti dentro, sembra strano dirlo ma in un carcere è presente piccola economia interna e quindi nonostante si viva in una sorta di alienazione dalla società anche in questo micromondo i soldi contano. Ovviamente viene caldamente consigliato anche di non ostentare il denaro e di fingersi sempre poveri per evitare di finire sotto il mirino di chi soldi non ne ha oppure ne vuole avere di più, proprio come nel mondo fuori.

Il consiglio tuttavia più imprevisto riguarda il mondo delle gang, in quanto è risaputo che nelle prigioni USA le gang la fanno da padrone e che invece di spartirsi il territorio come avviene all'esterno, si spartiscono il capitale umano come fanno le risorse umane delle società multinazionali nel mondo.
Eppure nella nostro manuale viene indicato di non entrare in una gang, in quanto l'entrata all'interno di esse con molta probabilità avrebbe come conseguenza l'esecuzione di azioni che al 99% dei casi porterebbe a ricevere una pena maggiore e a passare tutta la vita dietro le sbarre. E ovviamente nel caso si voglia uscire da una di esse, l'unica possibile soluzione sarebbe quella di uscire definitivamente dal palcoscenico in cui si recita la propria vita.
Questo però è in contrasto con la concezione comune che vuole in prigione i detenuti divisi in base alla propria appartenenza etnica e infatti il suggerimento successivo si pone in contraddizione con quello precedentemente.
Appena entrati dentro, suggerisce il manuale, la prima cosa da fare è quella di andare a fare conoscenza e "amicizia" con persone della propria razza in quanto, così come spiegano le logiche naturali, un lupo in un branco si rende più forte di quanto non lo sia da solo e arricchisce anche gli altri componenti del gruppo.
Questo, specifica la guida, senza dover per forza tatuarsi una svastica sulla nuca se si è bianchi.
Come però non viene spiegato.

Altri consigli risultano essere ambigui, come quello in cui si avverte di evitare accuratamente di rivolgersi ad altri detenuti con le parole "punk" e "bitch" che sembrano essere la massima offesa possibile all'interno di un carcere, così come in Italia lo sono le offese alla propria madre.
Altro consiglio degno di nota è quello di espletare i propri bisogni corporei stando completamente nudi perché il carcere è un mondo estremamente violento e la violenza può arrivare in qualsiasi momento specialmente in luoghi non sorvegliati in maniera assidua, quindi il cesso diventa il luogo ideale per ricevere una coltellata e se si vuole tentare di fermare l'accoltellatore di turno, un elastico tra ginocchia e inguine di certo non sarà d'aiuto per una pronta reazione.

La guida, che dai commenti sembra essere davvero accurata (ovviamente commenti che potrebbero essere stati scritti anche da un gruppo di suore in vena di goliardie), manca però di una parte che incuriosisce tante persone sul mondo carcerario e in particolare le compagne dei detenuti.
Solo in due parti viene sfiorato l'argomento, in una si indica l'utilizzo dei boxer quando si è in doccia con almeno altre 12 persone e nell'altra semplicemente leggiamo "Don't bend over in the showers".
Forse la semplicità sintetica di quest'ultima basta per spiegare l'argomento oppure bisognerà solo aspettare, tanto WikiHow è una piattaforma wiki ed è aggiornabile in qualsiasi momento.


Gang Ink - Il significato dei tatuaggi nelle gang


Il tatuaggio è quella pratica che consiste nel decorare il proprio corpo in maniera indelebile attraverso la colorazione di piccole ferite provocate dalla puntura di un'ago.
I tatuaggi esistono fin dall'antichità, sembra infatti che su un'uomo mummificato risalente al 3000 A.c. ritrovato in un ghiacciaio in Austria erano presenti alcuni tatuaggi così come in alcune mummie egizie.

Con il passare degli anni, il tatuaggio ha cambiato forma, metodo, uso e significato.
Per gli antichi romani era un metodo per identificare gli schiavi, per gli antichi giapponesi invece identificava i criminali mentre in Polinesia venivano (e vengono tutt'ora) utilizzati per raccontare e testimoniare i passaggi fondamentali della vita di una persona. 
Oggi questa pratica è ampiamente diffusa tanto che si stima che il 40% della popolazione mondiale abbia almeno un tatuaggio.

Nel mondo delle gang questa percentuale sale a livelli vertiginosi, non ci sono dati certi ma trovare un membro di una gang senza un tatuaggio è come trovare per strada un biglietto della lotteria vincente buttato via da un anziano cieco con l'Alzheimer.
I tattoos per via della loro natura indelebile rappresentano da un lato, un simbolo di fedeltà alla gang e dall'altro un segno di riconoscimento utilizzato per identificar si in essa ed inviare un messaggio di intimidazione a membri di altre gang.

I tatuaggi che vanno per la maggiore all'interno del mondo delle gang sono quelli che, appunto, definiscono la gang di appartenenza, spesso il nome o le iniziali della gang seguite da un numero e/o un simbolo.
Per esempio i membri degli Aryan Brotherhood presentano tatuaggi come quadrifogli e simboli nazisti vari, i Norteños la lettera e il 14 (che simbolizza la posizione di quest'ultima all'interno dell'alfabeto), i Latin Kings una corona a 5 punte, i Black Guerrilla Family una croce composta da un fucile e una sciabola, la mafia messicana una mano in tinta unita di colore scuro con all'interno la lettera M e si potrebbe andare avanti per ore ed ore con ciascuna singola gang.

Oltre a questi tatuaggi identificativi c'è ne sono diversi invece comuni anche a differenti gang eseguiti spesso durante una sosta carceraria.

Il simbolo più famoso, utilizzato ormai anche al di fuori del mondo delle gang e della criminalità è quello della lacrima, posizionata spesso sugli zigomi (proprio ad indicare il suo movimento).

Il significato della lacrima varia a seconda dei casi e delle zone geografiche. 

Può significare una lunga pena detentiva oppure rappresentare un omicidio commesso. Se la lacrima invece è vuota, il portatore potrebbe aver commesso un tentato omicidio oppure aver perso un amico e attraverso questo simbolo esternare il dolore e/o il desiderio di vendetta.




Un'altro tatuaggio molto diffuso che vede la sua nascita all'interno delle prigioni è quello di una ragnatela generalmente tatuata su di un gomito.

La ragnatela, almeno nel suo significato iniziale, stava a simboleggiare un lungo periodo passato in carcere.

La ragnatela rappresenta appunto la prigione dove il carcerato si identifica in un ragno che si trova intrappolato dentro. Sembra che venisse tatuata sul gomito non per un fattore estetico o di convenienza ma perché rappresenterebbe il tanto tempo in carcere passato senza fare nulla, immaginando di essere seduti con i gomiti appoggiati sul tavolo per così tanto che un ragno ha potuto tessere una ragnatela proprio sul gomito.



Altra figura popolare, specialmente nelle gang latine, è quella rappresentata da tre punti tatuati come se rappresentassero i vertici di un triangolo.

I tre punti rappresentano spesso tre parole (che non spiccano di originalità): "mi vida loca" oppure (la sua traduzione in inglese) "my crazy life". Stanno quindi ad indicare lo stile di vita da gangster in generale piuttosto che una specifica situazione e sono tipicamente presenti sulle mani oppure intorno agli occhi.

In realtà, i tre puntini possono anche avere un significato religioso rappresentando in maniera semplice la Santissima Trinità.




L'orologio senza lancette sta ad indicare la perdita di significato del tempo quando si sconta una lunga pena detentiva all'interno di un carcere.

Spesso, quando ci si trova a dover iniziare un lavoro lungo e ripetitivo come può essere lo studio di 200 pagine, il consiglio classico che si riceve è quello di non tener conto delle pagine mancanti onde evitare un calo della motivazione.
In carcere molti detenuti fanno la stessa cosa e scelgono di evitare di contare i giorni mancanti, che sarebbe anche inutile quando la condanna è per tutta la vita.




Altri tatuaggi importanti sono:
- il numero 14 utilizzato dalle gang di ispirazione nazista e indica le 14 parole che stanno alla base della white supremacy philosophy ovvero "We must secure the existence of our people and a future for white children" che si traducono da sole;
- la sigla EWMN spesso tatuata sulle nocche di una mano, che sta ad indicare "Evil, Wicked, Mean, Nasty":
- altro tatuaggio che si trova spesso sulle nocche è quello dei 4 semi francesi delle carte da gioco ed indicano la passione per il gioco d'azzardo, sia quello vero e proprio sia in generale nella vita.

Vista la tradizione per gli appartenenti alle gang di utilizzare determinati tatuaggi, negli USA la polizia cerca di fare in modo che persone che non abbiano implicazioni con esse evitino di tatuarsi simboli con significati ambigui, prima di tutto per facilitare il proprio lavoro ma anche per evitare brutte conseguenze a quest'ultime.


Perché non tutti conosco quel proverbio che dice che l'abito non fa il monaco.

L'altra faccia dei Crips - Raymond Washington


La California è uno degli stati americani in cui vige la pena capitale e negli ultimi 40 anni (37 per la precisione) sono stati giustiziati 13 detenuti , tutti colpevoli in qualche modo di omicidio. 
Tra questi 13 colui che più di tutti ha fatto parlare di se è stato Stanley Tookie Williams, che il 13 dicembre 2005 ha impiegato 22 minuti, dopo l'iniezione letale, per morire come hanno definito i testimoni da lui voluti per assistere al crudele spettacolo.
L'accusa nei suoi confronti era quella di omicidio, uccise un commesso in un negozio e una famiglia composta da padre, madre e figlia che gestiva un piccolo motel.
Williams si è sempre definito innocente ma nonostante questo fu condannato a morte nel 1981. In prigione si è dedicato all'attivismo sociale, ha rinnegato il suo passato violento ed ha scritto libri per bambini che avevano come tema principale la non-violenza. Grazie a queste attività è stato per diversi anni proposto per il  Nobel per la pace e c'erano diversi attori, musicisti e parte dell'opinione pubblica statunitense che chiedevano la grazia per lui, facendolo diventare un piccolo caso mediatico fino a quando il governatore Schwarzenegger ha respinto un suo ultimo appello.

Oltre che per tutto questo, Williams era famoso per essere il co-fondatore "ufficiale" dei Crips, una delle gang più famose e più rappresentative della storia di questo fenomeno sociale.
L'altra faccia che ha contribuito alla creazione dei Crips era un giovane, sconosciuto ai più, di nome Raymond Washington, che molti ritengono sia in realtà il creatore unico della gang.

Raymond crebbe nella East 76th Street a South Los Angeles e negli anni sviluppò sia una notevole prestanza fisica (era alto 1.90 m e pesava 95 kg, tutti di muscoli, come ha precisato il fratello) ed atletica che una grande capacità nel menare le mani che in poco tempo lo resero temuto e rispettato nel quartiere dove viveva e conscio di questa sua qualità si dichiarava apertamente contrario all'uso delle armi e invitava tutti a sfidarlo usando solo ed esclusivamente le mani (molto probabilmente se avesse incontrato persone diverse nella sua vita oggi sarebbe ricordato come un ottimo pugile).

Sembra che Washington fosse particolarmente attratto dalle teorie del movimento delle Pantere Nere ma anche dalle varie gang che in quegli anni vedevano la luce tra le strade della California e, appena quindicenne, entra nei The Avenues, una gang dell'Eastside, giusto il tempo di picchiare il fratello minore del leader della gang e venire di conseguenza sbattuto fuori.
Fu cosi che decise di fondare una gang tutta sua, gli Avenue Babies che poi divennero Avenue Cribs ed infine Crips. Sull'origine del nome ci sono diverse storie in giro ma secondo i vicini di Washington, è stata una storta presa dalla caviglia di uno dei suoi fratelli a far porre la scritta "Crip" sulla scarpa utilizzata dal piede mal ridotto ("crip" come abbreviativo di "creep", ovvero "che si trascina") e a dare l'ispirazione a Raymond.
C'è da dire che, come al solito, l'intento iniziale della gang era quello di proteggere le proprie strade dalla presenza delle altre gang e di commettere azioni illegali ed usare la violenza solo quando era necessario.
Nonostante le buone premesse però la gang iniziò piano piano ad espandersi utilizzando un metodo non proprio diplomatico, quello del "con noi o contro di noi e se sei contro di noi ti picchiamo fino a quando non scegli la prima opzione".
E mentre i Crips iniziano a farsi conoscere, Raymond viene beccato dalla polizia per una rapina e rinchiuso in un carcere dove è l'unico esponente della gang e quindi deve rispondere di quello che combinano fuori i suoi compari, come quando uccisero un ragazzo appartenente ad una gang rivale che aveva amici all'interno della prigione che di conseguenza tentarono di vendicarsi su di lui, invano.

Qualche anno dopo Ray Ray esce di prigione e capisce che la situazione fuori è totalmente cambiata, come del resto stava cambiando la società. 
Se prima la normalità erano le risse adesso sono le sparatorie, se prima si rubava per mangiare adesso si ruba per vestirsi alla moda, se prima il morto poteva scapparci adesso il morto è diventata una modalità per far crescere la propria popolarità.

Raymond prova a far sentire la sua voce, chiedendo che venisse evitato l'utilizzo delle armi da fuoco, ma ormai il mondo è cambiato, nessuno lo ascolta più e finisce per allontanarsi dalla sua creazione.

Un giorno si trovava all'angolo tra la 64esima e la San Pedro Street quando una macchina si avvicina e qualcuno seduto dentro lo chiama invocando il suo cognome. 
A Raymond da piccolo hanno insegnato che non si accettano caramelle dagli sconosciuti e di solito lui non si avvicina ad una macchina se non conosce chi c'è dentro.
Evidentemente quel giorno nella macchina c'era qualcuno che conosceva o che forse somigliava a qualcuno di conosciuto perché Raymond si avvicina e dopo una breve chiacchierata riceve un proiettile nel fegato che sarà causa della sua morte qualche ora dopo in un vicino ospedale all'età di 25 anni.

L'omicida di Raymond Washington non ha mai avuto un nome e non ci furono testate giornalistiche che dedicarono un'articolo all'evento, eppure nelle strade di South Los Angeles in tanti ricordano ancora quel ragazzo che oggi sarebbe triste nel vedere che la sua gang è causa di migliaia di omicidi ogni anno e che nel 90% dei casi vittime e carnefici sono ragazzi che provengono dai quartieri che voleva proteggere.

Gangs ≠ Mafia - Le differenze tra Gang e Mafia


La parola "gang" viene utilizzata per descrivere delle associazioni in cui gruppi molto numerosi di persone, con spesso la stessa discendenza etnica e geografica, organizzate gerarchicamente ed economicamente condividono esperienze di vita che includono anche azioni illegali, non in maniera occasionale.
La parola "Mafia" viene utilizzata anch'essa per descrivere delle associazioni in cui sono presenti gruppi numerosi di persone, con stessa discendenza, più o meno simile organizzazione, stesse esperienze e stessa frequenza.

In effetti, essendo molte le uguaglianze tra le due associazioni a delinquere, si potrebbero definire in sostanza la stessa cosa per come sono organizzate e per come agiscono.
Data la notevole differenza di età tra le due, la mafia è nata all'incirca a metà dell'800 mentre le gang (per come le conosciamo oggi) sono nate un secolo dopo, alcuni giustamente pensano che le gang si siano ispirate proprio alla Mafia per organizzazione generale in relazione anche al fascino emanato da quest'ultima.

In realtà però, guardando più da vicino entrambi i fenomeni, si scorgono delle piccole differenze che analizzate più a fondo fanno emergere differenze di notevole importanza a livello strutturale e di funzionamento.

Le piccole differenze sono quelle che subito balzano agli occhi.
Un esempio è l'immagine, che nel mafioso è comunemente quella di una persona non più giovanissima vestita in maniera spesso elegante sempre incline verso il sorriso e alla battuta mentre nel gangster è quella di un ragazzo molto giovane, trasandato, tatuato, arrabbiato con il mondo ed incline ad urlare la sua rabbia.

La Mafia è per sua natura una società segreta che evita quindi di mostrarsi alla società civile per quello che è. Il controllo del territorio lo effettua in maniera totalmente invisibile per chi non ne è coinvolto e anche le azioni che la espongono, come possono essere gli omicidi, vengono fatti in maniera tale da creare minor rumore possibile.

Le Gang invece hanno un controllo del territorio che è volutamente appariscente. E' difficile entrare in un quartiere controllato da una gang e non notare svariati murales e simboli appartenenti alla gang disegnati per le strade piuttosto che, in maniera maggiormente diretta, trovarsi a contatto con ragazzi che alla luce del sole non avranno problemi ad identificarsi e a farsi identificare con la gang (come per i tatuaggi sul viso con il simbolo della propria gang). E nel caso di un omicidio, molto spesso sarà lei stessa a rivendicarlo per esternare la propria forza, per "far vedere i muscoli".

La differenza sostanziale tra le due organizzazioni è che la Mafia agisce un punto più alto delle gang, perchè si infiltra all'interno delle organizzazioni ufficiali nel controllo di determinati settori e agisce partendo da esse.
Sarà quindi molto più interessata , per esempio, al traffico internazionale di volumi ingenti di droga al contrario delle gang che invece, essendo fin dalla loro origine molto legate alla strada (non a caso il nome più adatto a descriverle è quello di street gang) andranno a svolgere attività più vicine a questa realtà come lo spaccio al dettaglio.
Quindi la Mafia, da un certo punto di vista, potrebbe essere definita più potente delle gang (anche se ultimamente anche queste cose stanno cambiando) perchè può contare su una giro d'affari maggiore e su una presenza forte all'interno delle istituzioni.
Però bisogna considerare che le gang hanno un numero di affiliati che supera decisamente quello delle organizzazioni malavitose e soprattutto che il grado di violenza all'interno delle gang è anch'esso decisamente più alto.

In futuro è molto probabile che la situazione cambierà, in simbiosi con il cambio della società, con le gang che avranno sempre più potere a discapito della Mafia come sta avvenendo negli USA.

Quello che non cambierà sarà la presenza di organizzazioni come queste, se non avverrà un cambiamento delle diseguaglianze economiche e sociali.